Un brand (una marca) non è solo quello che si vede. Non è solo un progetto di design. Non si può iniziare la costruzione di un sistema valoriale articolato, come è un brand, partendo solamente dal progetto grafico.
Come vedremo il branding è l’itinerario di progettazione di un sistema valoriale da attribuire ad una marca, è un percorso che mostra chiaramente visibile solo la parte che riguarda il nome ed il design; tutto il resto è sommerso, non riguarda solo il design, ma comprende il marketing e altre discipline; riguarda la creazione di valori e significati che una volta ideati ed elaborati, con coerenza, renderanno la marca vitale e dinamica sul mercato competitivo.
Per la sola affinità di un modello formale, ricordiamo la piramide dei bisogni elaborata dallo psicologo Abraham Maslow, nel 1954, troveremo, dal basso verso l’alto i bisogni primari e via via salendo i bisogni più immateriali presenti nelle motivazioni esistenziali di ciascun individuo.
Per quanto criticato e superato da studi più recenti, questo modello resta uno strumento ancora facile e utile per comprendere una gerarchizzazione – anche se in forma semplificata – delle principali motivazioni umane, ed è il modello per la realizzazione della Piramide del branding, ovvero quello che Pino Grimaldi ha chiamato il branding invisibile.
Quali sono gli elementi che lo compongono ed in che modo si colloca in relazione al concetto di BLUR DESIGN?
Ne parlerà il Prof presso l’AIAP il 5 febbraio, assieme ad Anty Pansera (critico e storico del design), Luciano Galimberti (il presidente ADI ) e Marco Tortoioli Ricci ( presidente AIAP).